Ciao, ti scrivo perché non ho potuto parlarti.
Ieri sono venuto a casa tua e ti ho trovato addormentato.
Ricordi quel giorno in ospedale, quasi non ti riconoscevo
oppure non ti ho mai guardato con gli occhi,
si forse ti ho visto ma non ti ho guardato.
Solo ora mi sono accorto di quanto tenevi alla tua famiglia,
ai ragazzi fantastici che hai educato e che ora sono delle persone
che sono in grado di affrontare il mondo.
Questo mondo perverso e cattivo che non ti permette di pensare
che non permette a chi è intelligente di andare avanti
e a chi è cretino di restare indietro,
ma non è questo che volevo dirti.
Beh ora sei partito per un lungo viaggio,
mi raccomando salutami i miei genitori, i miei amici
e tutti coloro che se ne sono andati nell’arco di tutti questi anni.
Forse un giorno verrò a trovarti e parleremo di tutto quel tempo
che su questa terra si spreca in ripicche inutili in liti stupide senza senso,
scusami se ho sbagliato e non mi sono accorto della grande persona generosa che sei.
Beh ora devo andare, mi devo preparare per venire in chiesa alla tua cerimonia di
addio a questa terra che l’uomo ha reso cattiva ma pur sempre meravigliosa
e che ora guarderai da lassù.
Il cavaliere solitario